Sinner, che fortuna. Capolavoro Cobolli. Sonego a testa alta

Scritto il 08/07/2025
da Marco Lombardo

Yannick sotto 2-0 va ai quarti per il ritiro di Dimitrov. Il romano batte Cilic in 4 set

È stata una valle di lacrime a Wimbledon, e quelle di Grigor Dimitrov sono quelle che fanno più male. Jannik Sinner avanza ai quarti di finale, ma se lo conosciamo bene sappiamo che vincere così per lui è quasi peggio che perdere. Stava succedendo in effetti: sotto di due set, disarmato davanti ai servizi del bulgaro, che però proprio dopo una battuta si accascia senza più riuscire a muovere il braccio, con i pettorali spezzati. Una fitta, il dolore, la sconfitta inflitta dal destino. Finisce con Jannik che lo soccorre, lo abbraccia e gli porta la borsa all'uscita, salvo ma incredibilmente triste. «Difficile trovare le parole dice poi il numero uno del mondo -: non so cosa dire: è un giocatore incredibile e lo ha dimostrato anche oggi. In passato è stato così sfortunato, ha sempre avuto infortuni negli ultimi Slam, eppure è un ragazzo che ama così tanto questo lavoro: è un buon amico e vederlo così fa male, auguriamogli di guarire presto. Si sarebbe meritato la chance di giocare ai quarti, non mi sento per niente un vincitore».

Ha vinto invece il tennis dei cerotti, troppi ormai. Un colpo di fortuna per Jannik, che fino a quel punto era stato spettatore dello show di Dimitrov, uno che un tempo chiamavano Baby Fed d'altronde. Sarà stato per questo che sotto gli occhi di Roger e sua moglie Mirka, seduti nel Royal Box, era a un passo dall'eliminare il numero uno del mondo: Sinner era quasi incredulo e con un gomito in fiamme dopo una scivolata nel primo game, ma non poteva essere una scusa per un'eliminazione che sembrava vicina. Troppo perfetto Dimitrov, troppo falloso l'italiano, fino a quel 3-6, 5-7, 2-2 che rimarrà nella storia del torneo e in quella personale di Grigor, al quinto ritiro consecutivo in un Major. E non può essere, davvero, un punteggio per cui sorridere. «A Parigi Sinner ha perso la sua aura di imbattibilità», aveva sentenziato alla vigilia via stampa zio Toni Nadal, toccherà ora lui smentirlo per battere Shelton nei quarti e onorare il suo avversario di ieri. Gomito permettendo.

Insomma: doveva essere l'Italian Day a Church Road, lo è stato praticamente solo per Flavio Cobolli. Ci sono state infatti lacrime amare per Lorenzo Sonego, uscito battuto ma non sconfitto da Shelton: peccato per quei quattro set in cui l'azzurro ha avuto le sue occasioni (è finita 3-6, 6-1, 7-6, 7-5 per Ben), ma alla fine l'americano è stato più bravo di lui. Restano invece le lacrime di gioia di papà Stefano Cobolli, con il suo Flavio sbocciato definitivamente sull'erba e per la prima volta nei quarti di un Major: «Lo capisco perché sia successo ha detto il figlio campione alla fine del match -: lui è come me, non esterna mai. Ma poi...». Ma poi esplode: e adesso che ci sarà la sfida a Novak Djokovic, e in questo caso c'è appunto da sorridere. Metti mai che poi succeda un'impresa: verrebbe proprio da piangere, di felicità.