Se gli uomini privatamente e in pubblico avranno riconosciuto la sovrana potestà di Cristo, necessariamente segnalati benefici di giusta libertà, di tranquilla disciplina e di pacifica concordia pervaderanno l'intero consorzio umano. (...) Che se i principi e i magistrati legittimi saranno persuasi che si comanda non tanto per diritto proprio quanto per mandato del Re divino, si comprende facilmente quale uso santo e sapiente essi faranno della loro autorità, e quale interesse del bene comune e della dignità dei sudditi prenderanno nel fare le leggi e nell'esigerne l'esecuzione.
Per quello poi che si riferisce alla concordia e alla pace, è manifesto che quanto più vasto è il regno e più largamente abbraccia il genere umano, tanto più gli uomini diventano consapevoli di quel vincolo di fratellanza che li unisce. E questa consapevolezza come allontana e dissipa i frequenti conflitti, così ne addolcisce e ne diminuisce le amarezze. E se il regno di Cristo, come di diritto abbraccia tutti gli uomini, anche di fatto veramente li abbracciasse, perché dovremmo disperare di quella pace che il Re pacifico portò in terra, quel Re diciamo che venne « per riconciliare tutte le cose » (Col 1,20), che non venne « per farsi servire, ma per servire gli altri » (Mt 20,28) e che, pur essendo il « Signore di tutti » (Ef 1,10), si fece esempio di umiltà, e questa virtù principalmente inculcò insieme con la carità e disse inoltre: « II mio giogo è soave e il mio peso leggero »? (Mt 11,30)
Domenica 23 Novembre : Pio XI
Scritto il 23/11/2025
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