Una nuova primavera produttiva. Pan Neto chiuse il 2025 come anno del riscatto, dell’orgoglio e della qualità che si esporta

Scritto il 25/12/2025
da Redazione

La Calabria sta vivendo una nuova primavera. Non una stagione effimera, ma una vera e propria fase strutturale di rinascita produttiva, che sta lentamente ma con decisione scrollandosi di dosso decenni di pregiudizi, marginalità e narrazioni sbagliate. I numeri raccontano un riscatto concreto: cantieri attivi lungo tutta la penisola che promuovono il Made in Calabria, investimenti pubblici orientati a sostenibilità e rigenerazione urbana, filiere locali che diventano fornitori qualificati del sistema Paese. In ogni campo e su più fronti. È una Regione, insomma, che non esporta più solo braccia, ma eccellenze, brevetti, manodopera specializzata, know how. Tutto questo nel solco del lavoro avviato dalla Giunta regionale guidata dal presidente Roberto Occhiuto il cui lavoro rimane prioritario e capillare nel ribaltare e riabilitare la narrazione della Calabria in Italia, in Europa e nel Mondo.
ANSELMO: IL 2025 È STATO L’ANNO DELLA CONSAPEVOLEZZA
Anche l’esperienza di Pan Neto International sta dimostrando che il Sud può essere motore produttivo credibile e competitivo, capace di stare alla pari con i mercati nazionali ed europei. Il 2025 – afferma Giuseppe Anselmo, amministratore delegato di Pan Neto International – è stato l’anno in cui abbiamo preso piena consapevolezza del nostro ruolo. Non più solo un’azienda che lavora bene in Calabria, ma una realtà industriale che porta qualità calabrese in tutta Italia, dialogando con grandi cantieri, enti pubblici, fondazioni e amministrazioni locali. Abbiamo dimostrato che dal Sud si può innovare, formare, produrre e competere. La Calabria oggi non chiede assistenza: offre competenza. E Pan Neto continuerà a fare la sua parte, con orgoglio e responsabilità.
UN ANNO DI CANTIERI, TERRITORI E INNOVAZIONE
Il 2025 per l’azienda di Rocca di Neto si chiude con una carrellata di interventi che attraversano il Paese, dal Nord al Sud, e che raccontano una visione coerente: rigenerare gli spazi pubblici attraverso materiali sostenibili, sicurezza, bellezza e funzione sociale. Dalla Metropolitana di Catanzaro, opera simbolo della nuova stagione infrastrutturale calabrese, dove Pan Neto ha contribuito con 7.000 metri quadrati di calcestruzzo drenante colorato, tecnologia mobile e manodopera specializzata, fino ai grandi progetti di rigenerazione urbana e ambientale in Abruzzo, Basilicata e Nord Italia, l’azienda ha consolidato un modello produttivo esportabile. Nel corso dell’ultimo anno la società ha operato su parchi urbani, aree gioco antitrauma, piste ciclabili, lungolaghi, spazi scolastici e aree sanitarie, utilizzando soluzioni brevettate che sostituiscono il cemento tradizionale con terre stabilizzate naturali, calcestruzzi drenanti e superfici eco-compatibili


DAL DECORO URBANO ALLA SICUREZZA SOCIALE
Particolare attenzione è stata dedicata ai parchi antitrauma e agli spazi per l’infanzia, a Luzzi, Botricello, Rocca di Neto e in altri comuni calabresi, dove la sicurezza diventa diritto e la bellezza strumento educativo. Interventi che si inseriscono in una visione più ampia: il decoro urbano come infrastruttura sociale, capace di generare comunità, presidio umano e qualità della vita.
UNA REGIONE CHE NON CHIEDE ASSISTENZA MA ESPORTA ECCELLENZE
Nell’ultimo anno solare – racconta ancora l’Amministratore delegato – abbiamo registrato anche il rafforzamento del ruolo della nostra società come impresa-ponte tra Sud e Nord, attraverso collaborazioni con aziende del settentrione, contratti di distacco di manodopera specializzata, noleggio di impianti mobili e fornitura di materiali ad alte prestazioni. Un modello che ha trovato piena espressione anche nei cantieri ad uso sanitario e pubblico, come quello commissionato dalla Fondazione Vismara, dove la qualità costruttiva si è unita a efficienza energetica, sicurezza sismica e integrazione urbana.
E PER IL 2026 IL FUTURO È GIÀ IN CANTIER
Pan Neto chiude il 2025 come anno spartiacque: quello in cui l’innovazione non è più sperimentazione, ma sistema; la sostenibilità non è slogan, ma pratica quotidiana; l’orgoglio calabrese non è rivendicazione, ma risultato misurabile. Una storia industriale che racconta una Calabria diversa: competente, affidabile, moderna. Insomma – conclude Anselmo – una Calabria che non fugge ma che costruisce.

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