Rage bait: la parola dell’anno che svela la nostra rabbia online

Scritto il 02/12/2025
da agi

AGI - Hai presente quella sensazione che provi quando leggi qualcosa online e ti sembra fatto apposta per provocarti, come se volesse trascinarti nell’indignazione? Potresti esserti imbattuto nel cosiddetto “rage bait”, contenuti creati per far infuriare le persone e spingere al massimo il coinvolgimento.

Il fenomeno è ormai così diffuso che l’Oxford Dictionary ha scelto proprio “rage bait” come parola dell’anno, annunciandolo domenica. L’uso del termine è triplicato nel corso del 2024, segno che sempre più persone riconoscono quanto velocemente vengano risucchiate in discussioni polarizzate, complice il funzionamento degli algoritmi e l’attrattiva dei contenuti che fanno leva sull’indignazione.

Quasi tutti i principali dizionari hanno eletto una parola legata a Internet per il 2025, a dimostrazione dell’impatto della tecnologia sulla vita quotidiana e sul linguaggio con cui la descriviamo.

A volte il rage bait è relativamente innocuo: ricette volutamente disgustose o video in cui qualcuno infastidisce un animale domestico, il partner o un fratello. Ma la dinamica è entrata anche nel dibattito politico, dove l’indignazione diventa uno strumento per ottenere visibilità e alimentare reazioni a catena.

Il Collins Dictionary ha scelto “vibe coding”, ovvero lo sviluppo software che usa l’intelligenza artificiale per tradurre il linguaggio naturale in codice. Il Cambridge Dictionary ha invece optato per “parasocial”, termine che descrive le relazioni che le persone instaurano online con qualcuno che in realtà non conoscono.

L’Oxford ha lasciato al pubblico la scelta finale tra vari candidati, tra cui “aura farming” e “biohack”, presentando parodie video sul suo Instagram per raccontare lo spirito di ciascuna parola.