Addio a Nicola Pietrangeli, icona del tennis italiano

Scritto il 01/12/2025
da agi

AGI - È morto a Roma a 92 anni Nicola Pietrangeliicona del tennis italiano. È l'unico azzurro inserito nella Hall of Fame a livello mondiale di questo sport.

Era nato a Tunisi l'11 settembre del 1933.

Considerato uno dei migliori tennisti italiani di sempre, è il primatista mondiale in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare (78-32) e in doppio (42-12). 

Oggi perdiamo una figura che ha fatto la storia dello sport con straordinario talento e passione.

Meloni, ha portato in alto il nome dell'Italia nel mondo 

"Nicola Pietrangeli è stato un simbolo del tennis italiano, il primo azzurro a vincere uno Slam, inserito nella Hall of Fame mondiale, un campione capace di ispirare diverse generazioni e che ha portato in alto il nome dell’Italia nel mondo. Condoglianze alla sua famiglia, ai tanti tifosi che lo hanno sostenuto nel corso della sua carriera e a chi gli ha voluto bene", così sui social Giorgia Meloni ha ricordato il grande tennista scomparso. 

Abodi, ci lascia una leggenda

"Oggi è un giorno triste per l’Italia, in particolare per lo sport, ci lascia una leggendaNicola Pietrangeli, simbolo del tennis nazionale e internazionale. La sua storia, i suoi successi e il suo stile hanno segnato generazioni di appassionati, contribuendo in modo indelebile alla crescita e alla diffusione di questa meravigliosa disciplina nella nostra Nazione". Lo dichiara il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.

"È difficile saper coniugare la grandezza dello sportivo con la semplicità dell’uomo, per certi versi un rivoluzionario che ha scritto la storia del tennis italiano - aggiunge il ministro - ecco Nicola era proprio questo, ma soprattutto ci lascia un amico, una persona schietta che ha combattuto intensamente e che ci regala un’eredità immensa, non solo sportiva, ma culturale e valoriale. Sono certo che il suo esempio continuerà a vivere nei nostri ricordi e nel futuro dello sport”.

Binaghi: il tennis italiano perde il suo più grande simbolo 

"Oggi il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico". Comincia così la lunga lettera-ricordo pubblicata sul sito della Federazione Italiana Tennis e Padel dal presidente Angelo Binaghi. "Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo - ha aggiunto Binaghi - quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano. Parlare con lui era sempre un piacere e una sorpresa: potevi uscire da una conversazione ridendo a crepapelle o con una riflessione che ti restava dentro per giorni", ha proseguito il numero uno della Fitp.

"Nel mio ufficio c'è una foto a cui tengo moltissimo: io bambino, raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, e davanti a me proprio lui, Nicola Pietrangeli. Ogni volta che la guardo, mi sembra di tornare a quel giorno. E mi rendo conto che, in fondo, tutto per me è cominciato lì. Quella foto non è solo un ricordo: è un simbolo. Il simbolo di come un bambino possa innamorarsi di uno sport grazie a chi lo incarna in modo così pieno e naturale. Per me Nicola non era solo il più grande giocatore della nostra storia. Era il tennis, nel senso più profondo del termine", ha scritto ancora Binaghi, aggiungendo che "gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse. A modo suo, Nicola non è mai cambiato: direttosinceroincapace di essere banale. Anche quando provocava, lo faceva con un'intelligenza che nasceva dall'amore profondo per il nostro sport".

"Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea, e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due icone del tennis italiano, inseparabili anche lassù. Ma per noi che restiamo, è un colpo durissimo. Nel giro di poco più di un anno abbiamo perso due pezzi della nostra anima. Due persone che hanno scritto la nostra storia e che continueranno a ispirarci, ogni giorno, dentro e fuori dal campo", si legge ancora nella lettera. "Ci mancherà la sua voce, ci mancherà il suo sorriso, quella sua capacità di dire sempre quello che pensavasenza paura e senza filtri. Oggi salutiamo un monumento del nostro sport, ma anche un amico vero. Uno di quelli che ti dicono le cose in faccia, che sanno farti arrabbiare e poi ridere un secondo dopo. E questo, nel mondo di oggi, vale più di mille trofeiGrazie, Nicola. Per tutto quello che ci hai dato e per tutto quello che continuerai a rappresentare per il tennis italiano", ha concluso Binaghi.

I capitani del tennis azzurro: "perdiamo un gigante" 

I capitani dei team azzurri di Coppa Davis e di BJK CupFilippo Volandri e Tathiana Garbin, esprimono il loro cordoglio per la scomparsa della leggenda del tennis azzurro.

"Oggi il nostro tennis perde un gigante. Nicola Pietrangeli è stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per chiunque abbia amato questo sport. Per noi che indossiamo o abbiamo indossato la maglia azzurra, non è mai stato soltanto un grande campione del passato", ha detto Volandri.

"Dalla battuta ironica al consiglio più serio, aveva sempre il modo giusto per farti riflettere e per ricordarti cosa significhi rappresentare l'Italia. Era libero, diretto, autentico: per questo unico. Ha aperto la strada a tutti noi. Le sue vittorie, la sua personalità e il suo modo di vivere il tennis hanno permesso all'Italia di credere di poter competere ai massimi livelli. Siamo cresciuti con i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci sentire parte di una storia più grande. Perdiamo un simbolo e un maestro, ma il suo spirito resterà con noi, in ogni Coppa Davis e in ogni ragazzo che entra in campo con la maglia azzurra. Grazie, Nicola, per tutto ciò che hai rappresentato e continuerai a rappresentare per il nostro tennis", ha aggiunto il capitano dell'Italia di Davis

A fargli eco Garbin: "Nicola per me è stato molto più di un grandissimo campione. È stato un punto fermo del nostro tennis, una presenza che sentivi sempre lì, anche quando non era fisicamente accanto a te. Per la mia generazione, e per tutte quelle che sono venute dopo, rappresentava una guida silenziosa: un esempio, una voce autorevole, il custode vero della nostra storia".