Non è stata la serata che Jannik Sinner immaginava. Il numero uno del mondo è nei quarti di finale di Wimbledon, ma la serata è stata davvero storta. Il dramma di Grigor Dimitrov, dominante per due set prima dell’infortunio, ha salvato Sinner a cui però restano dubbi per la prestazione e il timore per il dolore al gomito destro, procurato in una scivolata a inizio match che lo ha costretto a un “medical time out”. “C’è un po’ di preoccupazione – ha ammesso a fine partita – sarà fondamentale vedere come mi sveglio domattina. Poi faremo un check più approfondito”. Il fastidio, seppur non devastante, ha inciso: “L’ho sentito soprattutto sul servizio e sul rovescio. Faremo una risonanza magnetica per capire meglio la situazione”.
Oltre al dolore fisico, c'è stato anche un evidente disagio tecnico. Sinner ha faticato a entrare in partita, poco incisivo in risposta e impreciso al servizio. “Non ho mosso la palla come volevo e faticavo a muovermi – ha spiegato – ma i meriti sono tutti del tennis che ha giocato Dimitrov. Con il vento che c’era, tutti hanno fatto fatica, ma lui ha saputo adattarsi meglio”. Il bulgaro ha messo in mostra un repertorio vario ed efficace, con un servizio potente e preciso, variazioni di ritmo ben calibrate e un piano tattico eseguito alla perfezione. “Ha servito in modo incredibile. Con il tetto chiuso, nei primi game del terzo set c’erano scambi più brevi, ma lui è riuscito a mettermi sotto pressione ancora una volta. È stato davvero sfortunato”.
Insomma, non c’è soddisfazione per il passaggio del turno, non così, perché “non è questo il modo in cui vorresti chiudere un match. Dopo l’incontro non l’ho visto: in questi momenti è giusto restare col proprio team. Siamo buoni amici, ma non era il momento di avvicinarmi”. Mentre per lui saranno decisive le prossime ore: senza un fisioterapista personale in questo torneo, Jannik si affiderà allo staff medico Atp per la valutazione. “Qui ci sono buoni fisioterapisti e anche il dottore è affidabile – ha detto –: con la risonanza magnetica vedremo se c’è qualcosa di serio e poi gestiremo la situazione di conseguenza”. Il tempo infatti stringe: domani c’è da affrontare Shelton, un avversario ostico e in costante crescita: “Ben serve molto bene e spinge forte da fondo, a Parigi ha giocato una grande partita contro Alcaraz. L’ho affrontato qui l’anno scorso ed è stata molto dura. Vedremo cosa succederà, ma ora devo concentrarmi sul recupero”. Il fiato resta sospeso.