Un'altra magia d'oro si compie nello stadio dei sogni italiani: dalle imprese olimpiche 2021 di Jacobs, Tamberi e della staffetta veloce al capolavoro di Mattia Furlani che vola sul mondo. "È un'emozione infinita. Che notte magica", esclama il neo iridato. Un trionfo nel salto in lungo, il secondo dopo quello indoor di Nanchino a marzo, arrivato con il record personale di 8,39 metri per Mattia, diventato campione mondiale più precoce dell'americano Carl Lewis, che vinse il suo primo oro a 22 anni e 40 giorni a Helsinki '83. Il prodigio azzurro ci riesce a 20 anni, 7 mesi e 10 giorni. L'americano a Tokyo fu sconfitto nell'edizione 1991 dal connazionale Mike Powell, autore del record del mondo, ancora imbattuto. "Ho superato Lewis? È fantascienza. Sono nomi con cui sono cresciuto e avvicinarsi piano piano è un obiettivo fantastico. Ho visto tante volte uno spezzone di quella gara e ho sempre cercato di lavorare guardando i salti dei migliori". Ma quando gli chiedono a chi si è ispirato per questa gara risponde: "Dico Marcell Jacobs. Ho tanto rispetto per lui. Lo ritengo un campione vero".
Furlani è entrato nella storia dell'atletica come il più giovane oro iridato azzurro della storia, un anno in meno di Michele Didoni, campione del mondo a Goteborg nel 1995 sui 20 km di marcia. Trent'anni fa Mattia non era neppure nato, neanche quando Fiona May vinceva a Edmonton nel 2001 il titolo iridato nel lungo, mentre era troppo piccolo per ricordare l'argento a Osaka 2007 di Howe, reatino come lui. "Non avevo dubbi sul tuo oro", scrive Andrew, che conserva il record italiano di 8,47. Ma è un primato destinato a essere battuto prima o poi. Lo sa Howe, ma lo sa lo stesso Mattia che dichiara non aver fatto la gara perfetta. Infatti era solo settimo dopo i primi tre salti con 8,13. "Lì è stata brava mia mamma a darmi i consigli giusti per non deragliare il mio treno. E mi sono ripreso subito al quarto", spiega Furlani, che incrementa a 8,22. Poi al quinto mette le ali: 8,39, un centimetro in più della misura che gli era valsa l'argento agli Europei di Roma. Così dalla quarta piazza si ritrova in testa. Nel sesto salto non ci sono scossoni e alla fine il giamaicano Tajay Gayle si prende l'argento con 8,34 davanti al cinese Shi Yuhao, bronzo con 8,33. Giù dal podio lo svizzero Simon Ehammer (8,30), che aveva battuto di 2 cm l'azzurro alle finali di Diamond League. "Ci credevo tanto, per questo ho chiuso i social. Non volevo distrarmi prima della finale".
Mattia desiderava regalare una gemma al nipote che nascerà a novembre: si chiamerà Niccolò ed è il bimbo di Erika, la sorella altista. Tutta la famiglia Furlani è devota all'atletica: dal papà Marcello, ex saltatore, a mamma Khaty Seck, velocista di origini senegalesi, più il fratellino Luca. A casa è rimasta invece Giulia, la fidanzata. E ora che Furlani ha vinto medaglie nelle cinque grandi manifestazioni (Olimpiadi, Mondiali ed Europei outdoor e indoor), impresa riuscita anche a Tamberi e alla May, la tv e quant'altro inizieranno a bussare alla sua porta. "Secondo me è la parte più bella. Voglio ispirare, prima di saltare in lungo. Spero che sempre più bambini si appassionino all'atletica. Lo sport è disciplina, educazione ed è la cosa più bella del mondo". Un mondo che ora è ai suoi piedi.