Allegri riaccende il Milan

Scritto il 08/07/2025
da Franco Ordine

Il tecnico tornato "nell'affascinante mondo conosciuto con Berlusconi e Galliani" non fa promesse. 2000 tifosi a Milanello, fischi per Furlani e Scaroni

È entrato in quell'aula, un tempo grigia e depressa, e con lui, con Max Allegri, è entrata a casa Milan una ondata di entusiasmo contagioso. Lo si è capito dall'accoglienza riservatagli dalla platea dei cronisti, dal sorriso smagliante e dalla felicità espressa in ogni risposta dell'interessato per il ritorno "nell'affascinante mondo milanista" conosciuto 15 anni prima, "ai tempi del presidente Silvio Berlusconi e Adriano Galliani" ringraziati. Dev'essere per questo motivo che il 30 maggio, a Lugano, l'incontro con Furlani e Tare è durato soltanto 60 minuti, realizzato un giorno prima della finale Champions dell'Inter che avrebbe poi perso la guida di Simone Inzaghi. Max non ha promesso né gioco dominante e nemmeno garantito lo scudetto come devono fare gli uomini di calcio che conoscono le insidie delle promesse fantasmagoriche. Le parole chiave utilizzate per circa 55 minuti dal tecnico livornese, in completo scuro d'ordinanza e cravatta, sono state altre. Ha invocato un blocco unico tra proprietà (a colazione ha incontrato Gerry Cardinale, nel pomeriggio ha visto Ibra), club e squadra; ha garantito sulla "condivisione con Tare dei piani di mercato"; ha svelato il segreto del campionato, "viaggiare a velocità di crociera, senza mai accontentarsi". È sfuggito all'enfasi nel fissare le tappe della stagione che devono essere innanzitutto "ogni anno giocare la Champions" per poi dare appuntamento "a marzo quando si deciderà la volata tricolore" e si capirà se il suo Milan è in grado di puntare allo scudetto della seconda stella. Senza dimenticare l'altro obiettivo: "Occhio al 17 agosto, c'è la prima sfida di Coppa Italia (col Bari) da dentro o fuori".

Partire bene è la strategia semplice grazie "a una rosa ottima" che è arrivata ottava un torneo fa ("non mi interessa giudicare i motivi di quel piazzamento"), che ha perso proprio ieri - con Theo Hernandez ceduto in Arabia per 25 milioni - gran parte del talento passato per le mani di Fonseca e Conceiçao e ha deciso di rifondarsi poggiata su due pilastri, Maignan ("uno dei portieri più forti in Europa") e Leao ("sono convinto che farà una grande stagione, è nell'età in cui si matura, l'ho trovato determinato"), capitano e vice capitano. Arriverà presto Jashari (Tare: "Abbiamo fatto una grande offerta"), ad agosto si aggiungerà Modric, nel frattempo verrà completato il puzzle con un paio di difensori ("negli ultimi 15-16 anni solo una volta, la Juve di Sarri, ha vinto lo scudetto senza la difesa meno battuta del torneo") e l'attaccante ("Vlahovic? Posso dire che è un ragazzo straordinario"). Allegri è uomo del fare, non ama filosofeggiare, cita non a caso due esponenti appena incrociati segnalati per le grandi prospettive (Loftus Cheek e Pavlovic) e spiega ai giochisti che "il calcio è arte" e sottolinea che "della prodezza in rovesciata di CR7 alla Juve si ricorda il gesto tecnico dell'asso portoghese, non l'azione che l'ha generato") e che la polemica sul corto muso e sul giocare male "lo diverte più che infastidirlo". Così dinanzi al quesito ("c'è molta allegria in questa conferenza") di un cronista straniero, Allegri fissa i suoi paletti più autentici. "Dobbiamo divertirci con grinta, vincendo con passione" spiega prima di arrivare al tema dei tifosi - ultras assenti nell'allenamento aperto al pubblico ma 2000 supporter sulle tribune, con fischi per l'ad Furlani e il presidente Scaroni - ancora in rotta con il club. "Dovremo riconquistare il loro rispetto, abbiamo bisogno del loro aiuto" è la ricetta. Max non è il tipo da rinnegare il proprio passato, anche se si tratta della Juve, ringraziata pubblicamente "per gli 8 anni vissuti" con particolare riferimento ad Andrea Agnelli e John Elkann, mai citato Giuntoli naturalmente perché c'è un limite anche al bon ton. "Non inseguo rivincite personali, inseguo quelle per il Milan" giura prima di chiudere con la sua personale griglia di partenza per il prossimo campionato. "Napoli favorito d'obbligo, poi Inter, Juve, Atalanta, Roma, Lazio: per questo piazzarsi tra le prime quattro non è impresa da poco".