Vegliamo sulla salute del nostro prossimo con tanta cura quanto sulla nostra, che sia in buono stato o logorato dalla malattia. Poiché "pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo" (Rm 12,5): ricchi o poveri, schiavi o uomini liberi, sani o malati. Per tutti c'è un solo capo, principio di tutto: Cristo.
Ciò che sono le membra del corpo le une per le altre, ognuno di noi lo è per ognuno dei fratelli, e tutti lo sono per tutti. Non bisogna quindi trascurare né abbandonare coloro che sono caduti davanti a noi in uno stato di necessità che ci riguarda tutti. Piuttosto che rallegrarci di essere in buona salute, meglio compatire le disgrazie dei fratelli. Essi sono l'immagine di Dio come noi e, malgrado il loro apparente declino, mantengono meglio di noi la fedeltà a quell'immagine. In loro l'uomo interiore è rivestito dello stesso Cristo ed hanno ricevuto la stessa "caparra dello Spirito" (2 Co 5,5). Hanno le stesse leggi, gli stessi comandamenti, le stesse alleanze, le stesse assemblee, gli stessi misteri, la stessa speranza. Cristo è morto per loro ugualmente, "lui che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29). Partecipano all'eredità della vita celeste, loro che furono privati di molti beni quaggiù. sono i compagni dei dolori di Cristo, lo saranno della sua gloria.
La natura umana rende per noi legge l'avere pietà gli uni degli altri. Insegnandoci la solidarietà nella debolezza, ci inculca il rispetto e l'amore per gli uomini.
Domenica 13 Luglio : San Gregorio Nazianzeno
Scritto il 13/07/2025