Una dinamica che non può essere liquidata come normale dialettica interna. Quando il dissenso si manifesta in modo sistematico e pubblico, esso assume una valenza politica diversa, diventando il sintomo di una difficoltà più profonda nella tenuta e nella coesione della maggioranza.
In questo contesto, il dibattito politico cittadino appare sbilanciato: non per assenza di pluralismo, ma per la mancanza di un chiarimento formale su ciò che sta accadendo all’interno della coalizione di governo. Il rischio è quello di una crisi silenziosa, che si trascina nel tempo senza essere affrontata apertamente nelle sedi istituzionali competenti.
Per queste ragioni Toteda chiede al Sindaco un atto di chiarezza politica, utile non solo a definire i rapporti interni alla maggioranza, ma anche a garantire trasparenza verso i cittadini. È necessario comprendere se il consigliere in questione intenda continuare a svolgere ruoli di governo pur esprimendo una linea politica divergente, oppure se si renda conto dell’evidente incompatibilità tra le due posizioni.
Le opzioni sono chiare e legittime: una rimodulazione delle deleghe da parte del consigliere, oppure una decisione del Sindaco che ristabilisca coerenza e linearità nell’azione amministrativa. Ogni altra soluzione rischia di alimentare incertezza e indebolire l’efficacia del governo cittadino.
Le istituzioni comunali hanno bisogno di chiarezza, non di ambiguità. Se una maggioranza è in difficoltà, è giusto riconoscerlo e affrontarlo con responsabilità politica. Continuare a rimandare significa solo prolungare una fase di instabilità che non giova alla città.
Il confronto politico è una risorsa della democrazia. Ma perché sia utile, deve essere esercitato apertamente, senza sovrapposizioni di ruoli e senza contraddizioni che finiscono per confondere i cittadini e rallentare l’azione amministrativa.
Eugenio Toteda
Già candidato
al consiglio comunale
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