Lattarico, un luogo che ascolta le famiglie e fa crescere la comunità

Scritto il 18/12/2025
da Redazione

Non è un semplice spazio da aprire nel pomeriggio, né un contenitore di attività da incastrare dopo la scuola. Il nuovo Centro Polifunzionale Maya, inaugurato nei giorni scorsi, nasce come un presidio educativo e sociale pensato per stare accanto alle famiglie, sostenere la genitorialità e accompagnare la crescita dei ragazzi dentro un contesto comunitario vivo e riconoscibile.
RENZO: UN PROGETTO CHE NASCE DALL’ASCOLTO DEL TERRITORIO
È quanto fa sapere la direttrice della Cooperativa Maya, Teresa Pia Renzo, ringraziando l’Amministrazione comunale, guidata dalla Sindaca Antonella Blandi, che ha scelto di investire in un servizio in più per i cittadini, aprendo una struttura capace di rispondere ai bisogni educativi e relazionali che emergono nel quotidiano. Maya – sottolinea la pedagogista – ha partecipato alla manifestazione di interesse portando una proposta che non fosse rigida o preconfezionata, ma costruita sull’ascolto delle richieste reali delle famiglie e dei ragazzi che frequenteranno il centro
UNA STRUTTURA SOCIALE CON TEMPI FLESSIBILI E RISPOSTE CONCRETE
Il centro sarà aperto tre pomeriggi a settimana, nella fascia oraria post scolastica, dalle 16 alle 19.30, con un appuntamento anche il sabato mattina. Un’organizzazione pensata per intercettare i tempi della vita reale delle famiglie e offrire uno spazio educativo continuo, non occasionale, in cui i ragazzi possano sentirsi accolti e riconosciuti.
ATTIVITÀ CHE NASCONO DAI BISOGNI, NON DAI MODELLI
Le attività – spiega ancora la Direttrice – non sono calate dall’alto, ma si costruiscono progressivamente, in base alle esigenze di chi sceglie di frequentare il centro. Sport, lettura, intrattenimento, momenti di socialità, esperienze educative: ogni proposta prende forma a partire dalle inclinazioni, dalle curiosità e dai bisogni dei ragazzi, senza forzature e senza etichette.
IL METODO MAYA: EDUCARE PARTENDO DALL’APPARTENENZA
All’interno del progetto, Maya ha portato una visione educativa chiara, che è il cuore del metodo pedagogico. L’idea di fondo è semplice e allo stesso tempo radicale: non si cresce davvero se non si conosce il contesto in cui si vive. Per questo il progetto mette al centro il tema dell’appartenenza al territorio, della curiosità verso la propria terra, della conoscenza delle sue risorse culturali, ambientali e sociali.
USCIRE DAGLI SPAZI PER CONOSCERE IL LUOGO IN CUI SI VIVE
Le uscite culturali e didattiche diventano, quindi, parte integrante del percorso educativo. Non attività accessorie – aggiunge – ma strumenti fondamentali per aiutare i ragazzi a leggere il territorio, a sentirlo come proprio, a sviluppare rispetto e responsabilità verso i luoghi che abitano ogni giorno.


UNA RETE DI SPAZI PER UNA COMUNITÀ EDUCATIVA DIFFUSA
Il Sindaco ha messo a disposizione più immobili comunali, pensati per rispondere a diverse funzioni: biblioteche, aree gioco, spazi per il doposcuola, attività motorie. Una scelta che rafforza l’idea di un centro non chiuso in sé stesso, ma diffuso, capace di dialogare con il paese e di utilizzare le sue risorse in modo intelligente e inclusivo.
STARE INSIEME COME ATTO EDUCATIVO
Il gioco, lo sport e l’intrattenimento non sono mai fini a sé stessi. Ogni attività è attraversata da un presupposto educativo chiaro: imparare a stare insieme. Educazione al rispetto delle regole, delle persone, degli spazi comuni. Educazione civica e stradale come pratica quotidiana, non come lezione teorica.
UNO SPAZIO DI ASCOLTO ANCHE PER I GENITORI
Accanto alle attività per i ragazzi, il progetto prevede, se necessario, l’attivazione di uno sportello di ascolto settimanale dedicato ai genitori. Insomma – conclude Teresa Pia Renzo – siamo difronte ad un luogo di confronto e supporto pedagogico, perché la crescita dei figli non può essere demandata solo ai servizi, ma va accompagnata e sostenuta anche negli adulti.

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