La Delrio non ha abolito le Province: le ha svuotate.
Ha tagliato risorse, personale, poteri. Ha lasciato enti dimezzati, presidenti senza strumenti, funzioni senza coperture economiche. Una riforma costruita in laboratorio e calata dall’alto, che ha prodotto un limbo istituzionale: enti non più operativi, ma neppure formalmente superati.
Se l’Italia ne ha sofferto, la Calabria ne ha sofferto il doppio.
In una regione dove la fragilità amministrativa è storica e i territori hanno bisogno di programmazione, questa riforma ha funzionato come un moltiplicatore di debolezza. E la tripartizione della “vecchia” Provincia di Catanzaro in tre enti — Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone — ha finito per indebolire tutti i territori coinvolti.
Catanzaro ha perso il ruolo di baricentro regionale;
Crotone e Vibo sono nate già fragili, prive di massa critica, risorse e infrastrutture adeguate.
Il risultato è stato chiaro, la tripartizione della Provincia di Catanzaro è stato un autentico disastro :
– Tre Province più deboli della somma del loro passato,
– Una rappresentanza politica spezzata,
– Minor peso istituzionale sui tavoli regionali e nazionali,
– Una perdita di autorevolezza che ha frenato investimenti e sviluppo.
Oggi l’area centrale della Calabria è un territorio senza “cabina di regia”, senza un ente forte che sappia tenere insieme programmazione, sviluppo, mobilità e scuola. Il malessere ormai evidente della Provincia di Vibo Valentia — in crisi finanziaria, gestionale e istituzionale — rischia di contagiare anche Catanzaro e Crotone, che nel panorama politico e amministrativo si sono indebolite drasticamente negli ultimi dieci anni.
Ma una prospettiva esiste. Ed è quella di far partire una riforma vera dai territori, non dai ministeri.
La Calabria deve assumere un ruolo guida:
– coinvolgendo la Regione,
– aggregando ANCI Calabria,
– chiamando al tavolo Comuni e Province,
– costruendo una proposta che parta dalle esigenze reali e non da schemi astratti.
Solo una riforma “dal basso”, cucita sui bisogni concreti dei territori centrali, potrà restituire efficienza amministrativa, peso politico e capacità programmatoria a un’area che non può permettersi di essere marginalizzata ancora.
Restituire poteri, risorse e funzioni alle Province non è nostalgia del passato: è una necessità per garantire servizi, infrastrutture e futuro alle comunità.
Se il territorio perde la sua voce istituzionale, perde tutto.
È arrivato il momento di ridare dignità all’area centrale che rispetto a Cosenza e Reggio Calabria, è diventata “periferia” politica ed istituzionale. Non è campanilismo, è realtà”.
Così Antonello Talerico, consigliere Comunale Catanzaro, già Consigliere regionale.
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